La BPCO (broncopneumopatia cronica ostruttiva)

La BPCO (broncopneumopatia cronica ostruttiva) comprende l’enfisema e la bronchite cronica.

La BPCO (broncopneumopatia cronica ostruttiva) comprende l’enfisema e la bronchite cronica. Si tratta di patologie che provocano una chiusura o un restringimento permanente delle vie aeree. Il fumo di sigaretta è la causa più comune di questa malattia, ma anche l’inquinamento atmosferico, gli ambienti chiusi, polveri, sostanze chimiche presenti sul posto di lavoro o malattie preesistenti come l’asma cronico, possono contribuire alla sua insorgenza.


Quali i  sintomi ?

  • Mancanza di fiato durante l’attività fisica (fare la spesa, salire le scale diventano faticose e richiedono più tempo)
  • Tosse cronica
  • Oppressione al torace
  • Sibilo espiratorio

 

Cosa si può fare?
Oltre alla terapia broncodilatatrice, si può ridurre l’affanno svolgendo attività fisica costante e rinforzando i muscoli, in modo da farli lavorare meglio. Oltre ai benefici per la salute in generale, l’attività fisica contribuisce a ridurre la difficoltà respiratoria dopo uno sforzo, riduce la stanchezza alle gambe e aumenta i livelli di energia, la forza muscolare e rinforza il sistema immunitario a migliorare l’autostima e l’umore. Assolutamente necessaria è l’abolizione del fumo nei fumatori.


L’ossigeno può aiutare?

La prescrizione dell’ossigeno si basa sui livelli di ossigeno rilevati nel sangue, non sul livello di difficoltà respiratoria. Può succedere di sentirsi mancare il fiato, ma i livelli di ossigeno nel sangue sono sufficienti e viceversa, ci sono persone che possono avere bisogno di ossigeno pur non avendo difficoltà respiratorie. Se l’ossigeno nel sangue scende al di sotto del livello critico, il medico può prescrivere l’ossigeno.


Quando consultare il medico?

Prima di tutto si deve consultare il medico per capire perché manca il fiato durante l’esercizio e quale tipo di esercizio è adatto al proprio caso. Occorre consultare il medico anche quando la respirazione peggiora improvvisamente durate lo sforzo o non torna normale una volta interrotto l’esercizio.

La prevenzione delle Cadute

Il 40-50% degli anziani cade almeno una volta l’anno.

Come prevenire le cadute accidentali
Per caduta si intende una perdita di equilibrio e quindi di stabilità, senza perdita di coscienza, per cui la persona in modo improvviso e inaspettato discende dalla posizione eretta o seduta a terra. Il 40-50% degli anziani cade almeno una volta l’anno, ed è dimostrato che la frequenza delle cadute aumenta con l’avanzare dell’età, perché gli anziani hanno i riflessi più lenti ed una ridotta capacità di correggere gli improvvisi cambiamenti di posizione del corpo. Inoltre hanno spesso disturbi della vista, dell’udito e difficoltà di movimento, elementi che influiscono negativamente sulla deambulazione e sull’equilibrio. Le conseguenze delle cadute possono essere banali come leggere contusioni, ferite superficiali, ematomi oppure gravi quali le fratture di ossa (5-6% casi) di cui quella del femore è la più temibile, o il trauma cranico.


Quali i fattori di rischio?

I fattori che aumentano il rischio di caduta sono suddivisi in fattori legati all’individuo (alterazioni del cammino, riduzione dei riflessi, assunzione di più farmaci) e fattori legati all’ambiente in cui si vive o l’ambiente ospedaliero.

 

Consigli utili per prevenire le cadute

  • Rendere sicuro il cammino utilizzando eventualmente un  ausilio (bastone, deambulatore)
  • Non alzarsi velocemente dal letto ma stare seduti prima di mettersi in piedi
  • Non camminare con le calze ma indossare scarpe comode con suole non scivolose e possibilmente senza lacci (meglio le pantofole delle ciabatte aperte)
  • Non salire su sgabelli o scale
  • Quando si fa il bagno appoggiarsi ad una maniglia fissa
  • Se in casa ci sono animali domestici evitare che vengano tra le gambe mentre si sta camminando
  • Vestirsi e svestirsi preferibilmente seduti o appoggiati al bordo del letto

All’interno dell’abitazione

  • Evitare di lasciare oggetti sparsi nel pavimento
  • Fissare gli angoli dei tappeti
  • Assicurarsi che ci sia adeguata illuminazione durante la notte (specialmente lungo il percorso per andare in bagno)
  • Evitare di lucidare i pavimenti
  • Eliminare tappetini e/o guide sulle scale
  • Far si che il telefono possa essere raggiunto con facilità per chiamare i soccorsi in bagno:
  • Installare maniglie nella vasca /doccia e vicino al water
  • Usare tappetini di gomma nella vasca /doccia
  • Togliere i tappetini di stoffa ai piedi del lavabo o vasca doccia

La malattia di Alzheimer

La malattia di Alzheimer è la più frequente forma di demenza nei paesi occidentali.

Demenza di Alzheimer
La demenza è una sindrome, ossia un insieme di sintomi che si caratterizza per un deterioramento progressivo delle funzioni cognitive (la memoria, il linguaggio, il ragionamento, la capacità di pianificare e organizzare) tali da compromettere le abituali attività della vita quotidiana (lavoro interessi, fare la spesa, assumere farmaci correttamente, lavarsi, vestirsi) e le relazioni sociali. Contrariamente a quanto si pensa, la demenza non costituisce una conseguenza ineluttabile dell’invecchiamento anche se è fortemente associata all’invecchiamento stesso, rappresenta invece una condizione patologica determinata da varie malattie del cervello che colpiscono più frequentemente le persone anziane. Dall’età di 65 anni la prevalenza, ossia la percentuale di persone con demenza sulla popolazione generale, raddoppia di 5 anni fino all’età di 90 anni. I sintomi cognitivi si accompagnano quasi sempre a sintomi psichici (ansia, depressione, deliri, allucinazioni), irritabilità o vera aggressività (più spesso verbale e raramente fisica), insonnia, apatia, riduzione o aumento dell’appetito, atteggiamenti di disinibizione che riguardano il controllo sociale o il comportamento sessuale. La Malattia di Alzheimer è la più frequente forma di demenza nei paesi occidentali (50-60%).

Consigli utili ai famigliari di persone affette da demenza.

  • promuovere attività che facciano sentire la persona attiva, utile e che la gratifichino (leggere il quotidiano a voce alta, ascoltare i notiziari, collaborare alle faccende domestiche, uscire all’aria aperta, stimolare le attività ricreative come il gioco delle carte, la musica il ballo e la preparazione dei pasti);
  • Stimolare il mantenimento della propria autonomia nel lavarsi e vestirsi;
  • Parlare con chiarezza, lentamente, guardando la persona negli occhi;
  • Mostrare affetto anche con il contatto fisico;
  • Evitare discussioni.

 

COME GESTIRE LE MANIFESTAZIONI COMPORTAMENTALI PIU’ COMUNI?

In caso di deliri.
La persona con demenza può convincersi di essere stata derubata o di essere abbandonata dalle persone care o di volere tornare dai propri genitori.
In questi casi: – evitare di smentire le sue affermazioni – evitare di avvicinarsi in più persone contemporaneamente per non spaventarla – evitare che si isoli – cercare di offrire una quotidianità stabile

In caso di allucinazioni.
La persona può dire di vedere e/o sentire persone, animali, oggetti. Inoltre può non riconoscere la propria immagine riflessa nello specchio e pensare che l’individuo allo specchio sia reale e in collera con leo/lui. In questi casi:

  • Evitare di smentire la persona cercando invece di rassicurarla;
  • Eliminare gli stimoli ambientali che possono creare percezioni sbagliate (ad es. coprire o eliminare specchi);
  • Predisporre una illuminazione adeguata delle stanze;
  • Verificare l’eventuale assunzione di farmaci che possono contribuire all’insorgenza del sintomo.

 

In caso di umore depresso.
La persona potrebbe manifestare tristezza, malinconia, stanchezza, pianto, dolori vaghi e maldefiniti. In questi casi:

  • Cercare di rassicurare la persona utilizzando il contatto fisico;
  • Cercare di fare uscire la persona all’aria aperta;
  • Utilizzare fotografie per ricordare i momenti felici del passato.

 

In caso di aggressività fisica e verbale.
La persona può manifestare momenti di aggressività verbale o fisica diretti verso gli altri o anche verso se stessa. In questo caso:

  • Cercare di mantenere la calma perché le sue reazioni non sono rivolte consapevolmente a noi ma sono espressione di disagio;
  • Mantenere sempre una routine degli impegni;
  • Valutare l’opportunità di rivolgersi al medico.

 

In caso di insonnia.
La persona con demenza può avere problemi del sonno in termini di difficoltà ad addormentarsi o risveglio precoce. In questi casi:

  • Evitare che la persona assuma grandi quantità di liquidi prima di coricarsi e verificare che vada in bagno ad urinare prima di andare a letto;
  • Utilizzare una luce notturna per evitare i disorientamenti e ridurre il rischio di cadute;
  • Impegnare la persona durante il giorno attivamente, scoraggiando i riposi pomeridiani che durino oltre 90 minuti;
  • Evitare alcool, caffeina e tabacco a partire da almeno 4 ore prima di andare a letto;
  • L’utilizzo dei farmaci va concordato con il medico.

Lo Scompenso Cardiaco

Lo scompenso cardiaco è una malattia cronica a carattere evolutivo che può essere curata.

Cos’è lo scompenso cardiaco?
Si tratta di una condizione in cui il cuore, che è un muscolo in grado di fare circolare il sangue in tutto il corpo attraverso arterie e vene, non è più in grado di soddisfare le richieste dell’organismo, non riuscendo a pompare il sangue come dovrebbe. Ciò significa che non si riempie adeguatamente o non ha più la forza sufficiente per svuotarsi e non riesce ad immettere sangue in tutto il corpo così come faceva prima della malattia.

Quali sono le cause dello scompenso cardiaco?
Lo scompenso cardiaco è spesso l’evoluzione finale comune a molte malattie cardiache quali: la malattia coronarica (infarto miocardico), l’ipertensione arteriosa, le cardiomiopatie e le malattie delle valvole cardiache oltre che le cardiopatie congenite. Alcune forme di cardiomiopatie riconoscono una componente familiare nel qual caso sarà opportuno estendere i controlli cardiologici anche ai famigliari più stretti per sorvegliarli e permettere una diagnosi precoce. Altre condizioni possono interessare secondariamente il cuore e predisporre lo sviluppo di scompenso cardiaco, in particolare i trattamenti instaurati per malattie neoplastiche (terapia radiante e chemioterapia), le patologie tiroidee, l’abuso di droghe e alcool e malattie come HIV e AIDS.

Come si manifesta lo scompenso cardiaco? Quali i sintomi?
I primi sintomi sono una sensazione di stanchezza/debolezza o difficoltà di respiro (mancanza di fiato/respiro corto) specie dopo uno sforzo fisico o quando si è distesi. Si possono accusare anche accessi di tosse, mancanza di fiato durante la notte ed episodi vertiginosi associati a senso di confusione mentale. I sintomi respiratori sono segno di accumulo di liquido nei polmoni, altri segni di accumulo nel corpo sono la comparsa di gonfiore alle caviglie, piedi, gambe ed aumento rapido del peso corporeo; a volte si avverte il bisogno di urinare spesso, specie di notte.

Come si fa la diagnosi?
Il medico, dopo avere ascoltato la storia clinica della persona, in caso dei sintomi sopra riportati richiederà un RX torace, ECG e visita cardiologica durante la quale verrà eseguito un ecocardiogramma. Se i sintomi sono importanti si valuterà per un ricovero ospedaliero.

Quale terapia?
Il programma di cura è articolato e prevede, a seconda la gravità del quadro clinico, l’impiego di farmaci (diuretici, ace inibitori, beta bloccanti, antialdosteronici); dispositivi impiantabili (defibrillatore); interventi chirurgici di rivascolarizzazione coronarica (by pass) o di chirurgia delle valvole cardiache e, solo in casi molto selezionati, il trapianto di cuore.

REGOLE PER VIVERE CON LO SCOMPENSO CARDIACO
Lo scompenso cardiaco è una malattia cronica a carattere evolutivo che può essere curata.
In caso di patologia a rischio di evoluzione verso lo scompenso cardiaco o di una diagnosi di malattia, la prima regola è modificare stabilmente lo stile di vita, in particolare:

  • Smettere di fumare;
  • Tenere sotto controllo i valori della pressione arteriosa, del colesterolo e della glicemia in caso di diabete;
  • Seguire un regime dietetico controllato, ridurre l’apporto di sale ed evitare il sovrappeso;
  • Limitare al massimo l’assunzione di bevande alcoliche;
  • Controllare il peso e l’assunzione di liquidi;
  • Iniziare un programma di esercizio aerobico inizialmente sotto il controllo medico (programma riabilitativo) e successivamente autogestito;
  • Prendere sempre le medicine prescritte e non sospenderle mai senza prima avere consultato il tuo medico;
  • Mettere in atto tutti i cambiamenti di stile di vita consigliati;
  • Evitare soggiorni in luoghi ad altitudine superiore a 1000 metri o in luoghi troppo caldi e umidi.