La malattia di Alzheimer

La malattia di Alzheimer è la più frequente forma di demenza nei paesi occidentali.

Demenza di Alzheimer
La demenza è una sindrome, ossia un insieme di sintomi che si caratterizza per un deterioramento progressivo delle funzioni cognitive (la memoria, il linguaggio, il ragionamento, la capacità di pianificare e organizzare) tali da compromettere le abituali attività della vita quotidiana (lavoro interessi, fare la spesa, assumere farmaci correttamente, lavarsi, vestirsi) e le relazioni sociali. Contrariamente a quanto si pensa, la demenza non costituisce una conseguenza ineluttabile dell’invecchiamento anche se è fortemente associata all’invecchiamento stesso, rappresenta invece una condizione patologica determinata da varie malattie del cervello che colpiscono più frequentemente le persone anziane. Dall’età di 65 anni la prevalenza, ossia la percentuale di persone con demenza sulla popolazione generale, raddoppia di 5 anni fino all’età di 90 anni. I sintomi cognitivi si accompagnano quasi sempre a sintomi psichici (ansia, depressione, deliri, allucinazioni), irritabilità o vera aggressività (più spesso verbale e raramente fisica), insonnia, apatia, riduzione o aumento dell’appetito, atteggiamenti di disinibizione che riguardano il controllo sociale o il comportamento sessuale. La Malattia di Alzheimer è la più frequente forma di demenza nei paesi occidentali (50-60%).

Consigli utili ai famigliari di persone affette da demenza.

  • promuovere attività che facciano sentire la persona attiva, utile e che la gratifichino (leggere il quotidiano a voce alta, ascoltare i notiziari, collaborare alle faccende domestiche, uscire all’aria aperta, stimolare le attività ricreative come il gioco delle carte, la musica il ballo e la preparazione dei pasti);
  • Stimolare il mantenimento della propria autonomia nel lavarsi e vestirsi;
  • Parlare con chiarezza, lentamente, guardando la persona negli occhi;
  • Mostrare affetto anche con il contatto fisico;
  • Evitare discussioni.

 

COME GESTIRE LE MANIFESTAZIONI COMPORTAMENTALI PIU’ COMUNI?

In caso di deliri.
La persona con demenza può convincersi di essere stata derubata o di essere abbandonata dalle persone care o di volere tornare dai propri genitori.
In questi casi: – evitare di smentire le sue affermazioni – evitare di avvicinarsi in più persone contemporaneamente per non spaventarla – evitare che si isoli – cercare di offrire una quotidianità stabile

In caso di allucinazioni.
La persona può dire di vedere e/o sentire persone, animali, oggetti. Inoltre può non riconoscere la propria immagine riflessa nello specchio e pensare che l’individuo allo specchio sia reale e in collera con leo/lui. In questi casi:

  • Evitare di smentire la persona cercando invece di rassicurarla;
  • Eliminare gli stimoli ambientali che possono creare percezioni sbagliate (ad es. coprire o eliminare specchi);
  • Predisporre una illuminazione adeguata delle stanze;
  • Verificare l’eventuale assunzione di farmaci che possono contribuire all’insorgenza del sintomo.

 

In caso di umore depresso.
La persona potrebbe manifestare tristezza, malinconia, stanchezza, pianto, dolori vaghi e maldefiniti. In questi casi:

  • Cercare di rassicurare la persona utilizzando il contatto fisico;
  • Cercare di fare uscire la persona all’aria aperta;
  • Utilizzare fotografie per ricordare i momenti felici del passato.

 

In caso di aggressività fisica e verbale.
La persona può manifestare momenti di aggressività verbale o fisica diretti verso gli altri o anche verso se stessa. In questo caso:

  • Cercare di mantenere la calma perché le sue reazioni non sono rivolte consapevolmente a noi ma sono espressione di disagio;
  • Mantenere sempre una routine degli impegni;
  • Valutare l’opportunità di rivolgersi al medico.

 

In caso di insonnia.
La persona con demenza può avere problemi del sonno in termini di difficoltà ad addormentarsi o risveglio precoce. In questi casi:

  • Evitare che la persona assuma grandi quantità di liquidi prima di coricarsi e verificare che vada in bagno ad urinare prima di andare a letto;
  • Utilizzare una luce notturna per evitare i disorientamenti e ridurre il rischio di cadute;
  • Impegnare la persona durante il giorno attivamente, scoraggiando i riposi pomeridiani che durino oltre 90 minuti;
  • Evitare alcool, caffeina e tabacco a partire da almeno 4 ore prima di andare a letto;
  • L’utilizzo dei farmaci va concordato con il medico.

Lo Scompenso Cardiaco

Lo scompenso cardiaco è una malattia cronica a carattere evolutivo che può essere curata.

Cos’è lo scompenso cardiaco?
Si tratta di una condizione in cui il cuore, che è un muscolo in grado di fare circolare il sangue in tutto il corpo attraverso arterie e vene, non è più in grado di soddisfare le richieste dell’organismo, non riuscendo a pompare il sangue come dovrebbe. Ciò significa che non si riempie adeguatamente o non ha più la forza sufficiente per svuotarsi e non riesce ad immettere sangue in tutto il corpo così come faceva prima della malattia.

Quali sono le cause dello scompenso cardiaco?
Lo scompenso cardiaco è spesso l’evoluzione finale comune a molte malattie cardiache quali: la malattia coronarica (infarto miocardico), l’ipertensione arteriosa, le cardiomiopatie e le malattie delle valvole cardiache oltre che le cardiopatie congenite. Alcune forme di cardiomiopatie riconoscono una componente familiare nel qual caso sarà opportuno estendere i controlli cardiologici anche ai famigliari più stretti per sorvegliarli e permettere una diagnosi precoce. Altre condizioni possono interessare secondariamente il cuore e predisporre lo sviluppo di scompenso cardiaco, in particolare i trattamenti instaurati per malattie neoplastiche (terapia radiante e chemioterapia), le patologie tiroidee, l’abuso di droghe e alcool e malattie come HIV e AIDS.

Come si manifesta lo scompenso cardiaco? Quali i sintomi?
I primi sintomi sono una sensazione di stanchezza/debolezza o difficoltà di respiro (mancanza di fiato/respiro corto) specie dopo uno sforzo fisico o quando si è distesi. Si possono accusare anche accessi di tosse, mancanza di fiato durante la notte ed episodi vertiginosi associati a senso di confusione mentale. I sintomi respiratori sono segno di accumulo di liquido nei polmoni, altri segni di accumulo nel corpo sono la comparsa di gonfiore alle caviglie, piedi, gambe ed aumento rapido del peso corporeo; a volte si avverte il bisogno di urinare spesso, specie di notte.

Come si fa la diagnosi?
Il medico, dopo avere ascoltato la storia clinica della persona, in caso dei sintomi sopra riportati richiederà un RX torace, ECG e visita cardiologica durante la quale verrà eseguito un ecocardiogramma. Se i sintomi sono importanti si valuterà per un ricovero ospedaliero.

Quale terapia?
Il programma di cura è articolato e prevede, a seconda la gravità del quadro clinico, l’impiego di farmaci (diuretici, ace inibitori, beta bloccanti, antialdosteronici); dispositivi impiantabili (defibrillatore); interventi chirurgici di rivascolarizzazione coronarica (by pass) o di chirurgia delle valvole cardiache e, solo in casi molto selezionati, il trapianto di cuore.

REGOLE PER VIVERE CON LO SCOMPENSO CARDIACO
Lo scompenso cardiaco è una malattia cronica a carattere evolutivo che può essere curata.
In caso di patologia a rischio di evoluzione verso lo scompenso cardiaco o di una diagnosi di malattia, la prima regola è modificare stabilmente lo stile di vita, in particolare:

  • Smettere di fumare;
  • Tenere sotto controllo i valori della pressione arteriosa, del colesterolo e della glicemia in caso di diabete;
  • Seguire un regime dietetico controllato, ridurre l’apporto di sale ed evitare il sovrappeso;
  • Limitare al massimo l’assunzione di bevande alcoliche;
  • Controllare il peso e l’assunzione di liquidi;
  • Iniziare un programma di esercizio aerobico inizialmente sotto il controllo medico (programma riabilitativo) e successivamente autogestito;
  • Prendere sempre le medicine prescritte e non sospenderle mai senza prima avere consultato il tuo medico;
  • Mettere in atto tutti i cambiamenti di stile di vita consigliati;
  • Evitare soggiorni in luoghi ad altitudine superiore a 1000 metri o in luoghi troppo caldi e umidi.

La prevenzione delle Lesioni da Pressione

Le Lesioni da Pressione sono lesioni della pelle o del sottocute che si formano nei punti del corpo dove i tessuti vengono schiacciati tra una sporgenza ossea e un piano d’appoggio (letto, poltrona, carrozzina).

Perché si formano?
Sono causate dalla riduzione della quantità di sangue e di nutrimento che si verifica nelle zone del corpo più soggette a compressione o sfregamento.

Dove si formano?
Le zone più frequenti sono:  la zona dell’osso sacro

  •  i talloni
  •  i glutei
  •  i fianchi

 

Quali sono le persone a rischio?
Tutti le persone che stanno molto tempo a letto o su una sedia come ad esempio nel caso di esiti di ictus, fratture del femore o della colonna vertebrale, gravi demenze, coma, ecc.
Il rischio aumenta se i malati sono in età avanzata e in particolare se presentano perdita di urina o feci, cattivo stato di nutrizione, stato di coscienza alterato, patologie come il diabete.

COSA FARE PER PREVENIRLE?

Ricorda di … Controllare regolarmente i punti critici, ossia le zone della pelle in corrispondenza di sporgenze ossee.

Fai attenzione se … compaiono degli arrossamenti e segnalali o chiedi consiglio all’infermiere o al medico curante.

Non dimenticare di …
Pulire o lavare la pelle ad intervalli regolari e comunque ogni qualvolta sia sporca seguendo questi accorgimenti:

  • Utilizza acqua tiepida a saponi delicati che non secchino o irritino la pelle
  • Asciuga la pelle tamponando e non strofinando
  • Evita di massaggiare o strofinare la cute soprattutto in corrispondenza dei punti critici, come le sporgenze ossee
  • Puoi nutrire e proteggere la pelle con creme idratanti a base oleosa per evitare che diventi troppo secca
  • Mantieni la pelle sempre asciutta in particolare cambiando spesso il pannolone in caso di perdita di urine o feci.

 

Infine abbi cura di … Mobilizzare con regolarità la persona, girandola nel letto o spostandola in carrozzina, almeno ogni 2 ore e seguendo questi semplici accorgimenti:

  • evita di danneggiare la cute tirandola o sfregandola, quando si gira o si solleva la persona.
  • L’uso di materassi o cuscini antidecubito è raccomandato nei pazienti a rischio ma affinché questi ausili siano efficaci controlla che siano sempre gonfi e coprili solo col lenzuolo, in modo tale che non si formino pieghe pericolose per la cute
  • l’uso del materassino è di aiuto ma è necessario cambiare posizione ugualmente e con regolarità

 

Non dimenticare di nutrire e idratare adeguatamente la persona facendogli bere almeno un litro di acqua al giorno se non ci sono controindicazioni.

Come gestire il Catetere Vescicale

Il catetere vescicale è un tubicino sottile in lattice o in silicone che viene inserito in vescica attraverso l’uretra e viene collegato ad una sacca di raccolta delle urine.

DOMANDE E RISPOSTE.

Quali sono i problemi più frequenti quando si ha un catetere vescicale?

Il problema che può insorgere più frequentemente nei soggetti con catetere vescicale è l’infezione delle vie urinarie perché il catetere è una possibile via d’ingresso per i batteri. È importante saper riconoscere i segni e sintomi che possono comparire in caso di infezione delle vie urinarie, come:

  • Bruciore
  • Febbre
  • Malessere
  • Dolore sovrapubico
  • Urine torbide e maleodoranti
  • Presenza di sangue nelle urine

In questo caso è opportuno riferire i sintomi al proprio medico.

Posso lavarmi normalmente se sono portatore di catetere vescicale?
L’igiene personale assume, per chi porta un catetere vescicale, un’importanza fondamentale per evitare le infezioni urinarie; la presenza del catetere non deve scoraggiare la frequenza e la cura dell’igiene personale. Nessuna manovra che si esegue abitualmente causerà la fuoriuscita del catetere: il catetere infatti è ancorato in vescica tramite un palloncino gonfio di acqua che lo assicura. È necessario eseguire le cure igieniche al mattino, prima di coricarsi e ad ogni evacuazione. Per lavarsi utilizzare acqua e sapone neutro e asciugarsi tamponando delicatamente evitando trazioni. Non mettere borotalco. L’uso di polveri o spray nelle parti genitali potrebbe provocare infezioni. Si può fare tranquillamente la doccia senza staccare la sacca per la raccolta delle urine.

Posso uscire anche se porto il catetere vescicale?
Certamente! Se riuscirai ad accettare questo presidio come uno strumento di aiuto e non di dipendenza, sarai in grado di svolgere le tue attività di vita quotidiana senza troppi problemi. Puoi utilizzare, per la raccolta delle urine, delle sacche posizionabili attorno alla gamba, che preserveranno la tua privacy e ti consentiranno i ritmi di vita normali.

Come gestisco la sacca per la raccolta delle urine?
La sacca di raccolta delle urine va tenuta sempre sotto il livello della vescica per favorire il deflusso dell’urina anche durante gli spostamenti (letto, sedia, carrozzina). Assicurati sempre che il rubinetto della sacca non venga mai a contatto con il pavimento; per ovviare a questo inconveniente potresti tenere la sacca dentro un sacchetto pulito. Controlla che il raccordo collegato al catetere non si pieghi, provocando ostruzione al regolare deflusso delle urine. Svuota la sacca regolarmente e non aspettare che questa sia troppo piena.

Come si svuota la sacca del catetere vescicale?
Il procedimento è molto semplice e potrai farlo anche in autonomia: per prima cosa ricorda sempre di lavare le mani, prima e dopo lo svuotamento, munisciti di catino o contenitore per la raccolta delle urine, sfila il beccuccio posto in fondo alla sacca del catetere a circuito chiuso e apri la valvola per permettere la fuoriuscita delle urine. È importante annotare la diuresi di tutta la giornata su un quaderno: controllare la diuresi è buona abitudine perché ti consente di capire anche quanto bevi.

Cosa è bene osservare?
È importante osservare i caratteri delle urine oltre che la quantità; naturalmente occorre avvertire il medico quando la quantità dovesse essere molto ridotta e anche nell’eventualità che il colore riveli presenza di sangue o sedimenti simili a sabbia.

E per dormire…?
Si possono passare notti tranquille anche con il catetere a dimora. Ricorda sempre di eseguire l’igiene personale prima di coricarti, di svuotare il sacchetto di raccolta delle urine e di ancorarlo al letto in un punto più basso rispetto al corpo.