Trattamento con metodo THD Doppler

THD Doppler è un metodo mini-invasivo per il trattamento delle emorroidi. Rivoluziona l’approccio chirurgico alla malattia emorroidaria, garantendo la massima efficacia di risultati e riducendo al minimo i livelli di invasività, dolore e stress per il paziente.

Il metodo THD Doppler affronta e risolve efficacemente le principali problematiche della malattia emorroidaria. Affronta i disagi conseguenti alla malattia: il sanguinamento, il prolasso della mucosa e il dolore conseguente al trattamento chirurgico con metodiche tradizionali, corregendo l’iperafflusso arterioso alle emorroidi e l’eventuale prolasso concomitante.

Il metodo THD Doppler viene eseguito dal chirurgo proctologo attraverso l’utilizzo di una speciale apparecchiatura grazie alla quale si individuano con precisione e sicurezza i rami terminali delle arterie che portano sangue ai cuscinetti emorroidari. Tali arterie vengono successivamente legate al di sopra della linea dentata, in un’area priva di sensibilità dolorifica. La particolare forma dello strumento impiegato consente la standardizzazione della procedura e l’esatta e selettiva legatura delle arterie emorroidarie e la successiva sutura della mucosa rettale eccedente (prolasso).

Nel post-operatorio il dolore può presentarsi occasionalmente. Il paziente può avvertire però un senso di pesantezza e disagio, che tuttavia diminuisce gradualmente dopo pochi giorni e può essere tenuto sotto controllo con i comuni analgesici.

Di norma, non esistono gravi complicanze: può verificarsi un leggero sanguinamento, destinato a cessare entro poche ore, oppure urgenza defecatoria subito dopo l’intervento, situazione anche questa transitoria perché legata alla risoluzione del prolasso. Il trattamento della patologia emorroidaria con il metodo THD Doppler può essere considerato efficace nella maggior parte dei casi: i rischi di recidive o ricadute sono infatti molto rari.

Trattamento con metodo THD Sphinkeeper

L’incontinenza fecale e la perdita di gas (soiling) sono problemi molto comuni, anche se chi ne soffre difficilmente chiede aiuto o si rivolge a specialisti, per l’imbarazzo che questa patologia provoca.

Il metodo THD Sphinkeeper è stato sperimentato per primo dal prof. Carlo Ratto del Policlinico Gemelli di Roma, esperto riconosciuto dalla Comunità Scientifica internazionale come riferimento nella ricerca sulle patologie colo proctologiche e in particolare sulla Incontinenza Fecale.
Il metodo Sphinkeeper, grazie all’apporto di impianti auto espandenti, migliora la funzionalità e il supporto degli sfinteri anali.

Prima di essere sottoposti al metodo THD Sphinkeeper è necessario che i pazienti siano sottoposti ad accertamenti diagnostici, solitamente semplici nella loro esecuzione (visita anorettale, manometria anorettale, ecografia endoanale), che stabiliranno se questa procedura sia idonea.
Il metodo THD Sphinkeeper è un intervento mini invasivo di breve durata (circa 30 minuti) e prevede l’inserimento di impianti auto espandenti in grado di supportare le funzionalità degli sfinteri anali.
Il decorso post-operatorio è seguito dal chirurgo per verificare il normale assestamento dell’impianto. Il chirurgo darà indicazioni circa le abitudini alimentari e di stile di vita da seguire.
Viene richiesto un relativo riposo di circa 48 ore dopo le quali è possibile tornare alle proprie attività. E’ necessaria solo qualche settimana per riprendere le attività fisiche più impegnative come correre, nuotare o fare altri sport.

Fisioterapia e proctologia

La fisioterapia in ambito proctologico costituisce una componente fondamentale della gestione multidisciplinare del paziente sia femminile che maschile in stretta collaborazione con i medici specialisti.
Si articola attraverso la riabilitazione di varie alterazioni funzionali, la terapia della sintomatologia dolorosa e l’ottimizzazione del risultato chirurgico.
I disturbi e le patologie per i quali è indicata la fisioterapia comprendono:
• Stipsi (funzionale ano-rettale, stipsi mista)
• Incontinenza fecale (perdita di aria e/o feci)
• Dolore cronico ano-rettale
• Ragadi
• Emorroidi

La fisioterapia può essere estremamente utile sia nel preoperatorio che nel post operatorio:
• Prima degli interventi chirurgici per preparare le condizioni necessarie ad ottenere un miglior risultato
• Dopo gli interventi chirurgici per ottimizzare il risultato in vario modo, attivando e migliorando la funzionalità di meccanismi fisiologici

Trattamento delle cisti pilonidali

Trattamento delle Cisti pilonidali con Fistuloscopio – Endoscopic Pilonidal Sinus Treatment (EpSiT)

La EPSiT è una tecnica video assistita per il trattamento chirurgico della malattia pilonidale sacro coccigea (chiamata comunemente con i nomi di cisti sacro coccigea o cisti pilonidale) e delle sue recidive.

Il significato di questa nuova tecnica mini-invasiva deriva dal concetto che, operando endoscopicamente e rimuovendo l’intera area infetta, si ottiene una completa guarigione mediante una o due piccole incisioni di circa mezzo centimetro di diametro sulla cute della regione interglutea, evitando ampie ferite chirurgiche e soprattutto lunghe e dolorose convalescenze.

La EPSiT ha sicuramente molti vantaggi rispetto alle tecniche tradizionali, primo fra tutti la visione diretta e la mini-invasività. La visione garantisce la possibilità di individuare e distruggere tramiti secondari o cavità ascessuali non visibili con le tecniche tradizionali nonché la completa rimozione dei peli e dei loro follicoli (spesso non localizzati non solo nell’area pilonidale ma anche nel tessuto circostante).

La mini-invasività è testimoniata sia dal risultato estetico finale, neppure paragonabile con le tecniche tradizionali, sia dall’immediata ripresa delle normali occupazioni da parte del giovane paziente. Nel periodo postoperatorio non sono necessarie importanti medicazioni ma principalmente lavaggi scrupolosi della regione operata effettuabili dal paziente o da un familiare. Il dolore postoperatorio è assente nell’89% dei casi. Solo l’11% dei pazienti necessita di una terapia analgesica ma limitata al primo o al secondo giorno postoperatorio. La EPSiT è eseguita in regime di day surgery (il paziente viene ricoverato al mattino e dimesso nel pomeriggio).