Il trattamento del piede in età infantile

E’ fondamentale che il piede conservi la più totale efficienza a partire dal periodo evolutivo. Il bambino ha un valgismo fisiologico del retropiede all’inizio della deambulazione che diminuirà progressivamente dopo i 5-6 anni. Il piede piatto valgo è un’alterazione morfologica del piede, molto diffusa, che occorre valutare tempestivamente: la diagnosi è estremamente semplice e comprende un controllo della deambulazione, un’indagine statica sul podoscopio e una radiografia in ortostatismo (cioè in posizione eretta). In base a questi parametri si deciderà se procedere o meno al trattamento chirurgico. Solo una minima parte di piedi che appaiono inizialmente piatti valghi arriverà ad un trattamento.

All’età di 8-9 anni il piede trova la sua conformazione definitiva. Nei casi in cui siano ancora presenti una pronazione significativa del retropiede o segni di sovraccarico come “stanchezza del piede” dopo attività sportiva e precoci tendinopatie del tibiale posteriore, sarà necessario intervenire chirurgicamente. Questa procedura, quando vi è l’indicazione, non deve essere vista come l’ultima risorsa ma come l’unica. Per il trattamento viene utilizzata da molti anni l’endortesi ad espansione installata nel seno tarsale, effettuando la cosiddetta artrorisi cioè elevazione della sottoastragalica. Si tratta di un trattamento con un duplice effetto: meccanico inizialmente e propriocettivo in seguito. L’intervento avviene in anestesia generale. Per l’intervento non viene utilizzato alcun tipo di laccio emostatico e si impiegano circa 3-4 minuti. Dopo l’intervento il piede va immobilizzato per 8 giorni, concedendo il carico in seguito, con tutore per altri 8 giorni e poi libero, con il divieto di svolgere attività sportiva (eccettuato il nuoto, concesso subito) per 2 mesi.