Distrofia corneale di Fuchs:
di cosa si tratta

Cos’è la distrofia di Fuchs?

La distrofia di Fuchs è una malattia della cornea, la membrana trasparente che costituisce la parete più anteriore dell’occhio (davanti alla pupilla e all’iride). Essa colpisce lo strato più interno della cornea che è detto endotelio.

In una cornea sana, le cellule dell’endotelio agiscono come una pompa che drena il liquido in eccesso dalla cornea per mantenerne la trasparenza. Nella distrofia di Fuchs il malfunzionamento delle cellule dell’endotelio causa accumulo di liquido nel tessuto (edema corneale) con conseguente riduzione della vista.

Cosa causa la distrofia di Fuchs?

Le cause della distrofia di Fuchs non sono completamente chiarite ma è noto che la malattia ha una componente genetica, e viene cioè trasmessa da un genitore che soffre della condizione. Dato però che la gravità della patologia è molto variabile, può capitare che la malattia venga trasmessa inconsapevolmente da un genitore che non presenta nessun sintomo.

Quali sono i sintomi?

La distrofia di Fuchs si manifesta in genere dopo i 50 anni di età. Il primo sintomo è la comparsa di annebbiamento della vista che si presenta la mattina al risveglio e tende a migliorare durante la giornata. Con il progredire della malattia, l’annebbiamento della vista tende a peggiorare e a durare più a lungo fino a diventare permanente; negli stadi avanzati può comparire anche dolore agli occhi. La diagnosi si effettua tramite visita oculistica con l’aiuto di alcuni esami diagnostici come la microscopia speculare. Presso Ospedali Privati Forlì è presente un microscopio speculare che consente di studiare le cellule endoteliali della cornea per monitorare la progressione della malattia nel tempo.

Qual è la terapia della distrofia di Fuchs?

L’unica a terapia efficace per la distrofia di Fuchs è il trapianto di cornea. L’intervento eseguito di routine presso Ospedali Privati Forlì è la cheratoplastica endoteliale, un tipo di trapianto a spessore parziale in cui non viene sostituita tutta la cornea ma soltanto l’endotelio malato. Questo intervento è molto meno invasivo rispetto al trapianto di cornea a tutto spessore, consente un recupero visivo è più rapido e un risultato finale migliore.

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